Sogni a 369° nasce dall’esigenza di rimanere vicini ai bambini, ragazzi e alle loro famiglie, per portarli oltre la stanza dell’ospedale o di casa, facendoli diventare protagonisti delle loro storie e permettendogli di esprimere le loro passioni nell’età che hanno, non sentendosi solo degli ammalati.
È stato volutamente coniato con il senso del voler andare oltre i 360°, oltre i limiti e le barriere!
Immaginate dei bambini o degli adolescenti che devono restare in isolamento in una camera sterile per una malattia come la leucemia, chiusi per mesi, per evitare qualsiasi tipo di contagio in modo da salvaguardare il trapianto di midollo appena fatto e soprattutto per continuare ad avere una speranza di vita.
La possibilità che i loro occhi smettano di brillare è molto alta, di conseguenza anche il loro spirito.
Nei mesi di isolamento perdono la loro normalità di vita quotidiana: non possono giocare con gli amici, non possono andare a scuola, non possono parlare con i propri fratelli se non attraverso un citofono, non possono neanche vedere i propri genitori contemporaneamente perché, in questi casi, devono alternarsi nella stanza.
Spesso diventa impossibile realizzare i loro sogni a causa delle loro condizioni di salute molto precarie, ecco allora che diventa fondamentale il ricorso alla tecnologia a 360° che dà vita ai sogni in realtà aumentata per consentirgli di “uscire” per qualche istante dalla stanza di un ospedale e renderli protagonisti di una partita di calcio come fossero lì presenti, oppure di partecipare a un concerto o vivere mille altre avventure come un lancio con il paracadute o la discesa con un gommone lungo le rapide di un fiume, il tutto senza essere fisicamente presenti e permettendo così di realizzare i sogni in condizioni di sicurezza, rispettando il protocollo di cure e dando ai sognatori la possibilità di “uscire” dai confini fisici.