Il sogno di Fabio era poter conoscere uno dei giocatori della sua squadra del cuore, la sua amata Inter.
Mister Mancini, allora al suo primo anno nella squadra neroblù, ci diede la possibilità assieme alla dirigenza di far trascorrere a Fabio un’intera giornata al Centro Sportivo La Pinetina di Appiano Gentile, dove la squadra era in ritiro.
Appena arrivati al Centro, Fabio, che non sapeva dove eravamo diretti, concretizzò cosa stava succedendo e quasi in lacrime dalla gioia, cominciò a volare dimenticando almeno per un giorno la sua malattia.
Il primo ad accogliere Fabio fu il portierone Toldo. Gli indicò la strada per gli spogliatoi dove avrebbe trovato il suo posto riservato, sottratto al grande Materazzi che improvvisò con Toldo una gag molto esilarante.
Poi Mister Mancini nominò Fabio allenatore in campo per un giorno.
Tornando al reparto di Oncoematologia Pediatrica di Padova, dove Fabio era in cura, la gioia di Fabio era ancora viva. Solo una piccola ombra ad oscurarla, la mancanza della sorella Nunzia, che da quasi un anno non vedeva più perché rimasta a Matera dai nonni per poter continuare gli studi, mentre i genitori e Fabio si erano trasferiti a Padova per seguire le cure. La sfida di un altro piccolo sogno da realizzare.
In prossimità del diciottesimo compleanno di Nunzia, vinciamo la sfida organizzando una trasferta speciale per Fabio e i suoi genitori a Venezia, raggiunti a sorpresa dalla sorella. Vedere la famiglia riunita con tanta spensieratezza è un’emozione che non dimenticherò mai.